La Fondazione Paideia, in collaborazione con l’Università di Torino, Jumple e Intesa Sanpaolo, ha avviato un laboratorio terapeutico per i bambini con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico
La robotica avanzata per migliorare le capacità interattive, motorie e gestionali dei bambini con disabilità. È l’iniziativa della Fondazione Paideia che, insieme al dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, Jumple e Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha sviluppato un laboratorio terapeutico settimanale per lo sviluppo delle autonomie nei bambini con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico (Livello 1 di supporto DSM 5), attraverso l’utilizzo del robot umanoide Pepper fornito da Intesa Sanpaolo Innovation Center e da cui prende il nome il laboratorio: Sugar, Salt & Pepper – Robot umanoidi per l’autismo.
“Sugar, Salt & Pepper rappresenta l’insieme degli ingredienti che abbiamo scelto per dare vita a questo progetto”, racconta Fabrizio Serra, direttore della Fondazione Paideia. “Sugar è il pizzico di zucchero che mettiamo nel nostro lavoro, che si accompagna alla nostra competenza professionale, Salt è la fatica dell’altro che può addolcirsi in compagnia dello zucchero, mentre Pepper, il nome del robot che ci accompagna nella sperimentazione, è l’ingrediente che dà un sapore particolare al tutto.
La sperimentazione, iniziata a fine febbraio, coinvolge al momento quattro ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Durante il laboratorio vengono osservati e analizzati gli scambi e le interazioni in un contesto riabilitativo, con un focus sul linguaggio, la comunicazione, le emozioni e il potenziamento delle abilità sociali. Il tutto avviene utilizzando il robot Pepper come assistente degli operatori – psicologi, neuropsicomotricisti, educatori, logopedisti – mentre seguono le attività in cui sono autonomamente impegnati i ragazzi. Il laboratorio si sviluppa intorno a un contesto realizzato dai terapeuti che ha l’obiettivo di migliorare le capacità di interazione e le competenze motorie (coordinazione oculo-manuale, pianificazione ideo-motoria e controllo esecutivo) e gestionali dei bambini nelle principali attività della vita quotidiana, come la preparazione della merenda, la gestione della cucina e il controllo dei compiti scolastici.
Il setting individuato permette di ricreare il più possibile una situazione ambientale generalizzabile e simile ai contesti di vita dei ragazzi. In questo scenario il robot Pepper, pur facendo da spalla all’operatore, risulta essere uno strumento motivante e in grado di tarare le attività a seconda delle risposte e dei risultati ottenuti dai ragazzi. L’attività consente inoltre di poter osservare in maniera puntuale dati ambientali o interpersonali dei soggetti coinvolti e di approfondire meglio il profilo di ogni bambino analizzando il contatto visivo, le iniziative di comunicazione, le richieste di aiuto, gli stati emotivi e le preferenze: tutte caratteristiche che prima venivano registrate in modo soggettivo.
Per poter raggiungere questi risultati, i ricercatori e le ricercatrici del dipartimento di Informatica di UniTo stanno lavorando per arricchire il robot Pepper con il supporto di molteplici strumenti esterni di intelligenza artificiale come il tracker oculare e il rilevamento di emozioni, al fine di poter migliorare la capacità del robot di adattarsi ed essere adattato al contesto terapeutico e alle reazioni dei ragazzi.