Da 40 anni Rami Code accompagna i più piccoli nello sviluppo delle abilità logiche. Oggi, con il sempre maggior interesse nelle discipline Stem, questo gioco analogico si dimostra un’ottima base di partenza per le prime esperienze di coding
Prima ancora che Pc, tablet e smartphone diventassero di uso comune nelle famiglie italiane, c’era un gioco capace di sviluppare il pensiero computazionale nei bambini. Possibile? Sì, anche se allora accanto ai giochi di questo tipo veniva associato il termine “intelligente” piuttosto che “Stem”. Un esempio è Rami dell’italiana Quercetti, gioco degli anni 80 incentrato proprio sullo sviluppo delle abilità logiche dei più piccoli.
Le generazioni sono passate, l’estetica del gioco ha subito qualche ritocco, così come il nome – oggi Rami Code (36,90 euro) – ma la capacità di stimolare i bambini non è cambiata. Il gioco invita i bambini a ragionare sulla relazione causa-effetto ed è un buon allenamento per la coordinazione oculo-manuale. Questo mix di leve, palline colorate e numeri aiuta, inoltre, i più piccoli a pensare in modo creativo, a risolvere i problemi applicando la logica. Ecco perché il gioco – pensato per bambine e bambini dai 4 ai 10 anni – rappresenta un valido strumento per introdurre in chiave ludica la disciplina del coding e del sistema binario.
Rami Code stimola le capacità cognitive necessarie per incamminarsi nella strada della programmazione (coding). Si tratta di una competenza che sta diventando importante in ambito educativo perché stimola nei più piccoli il “pensiero computazionale” che è la capacità di scomporre un problema complesso in diverse parti, più semplici e risolvibili.
Utilizzando la console analogica, il bambino può costruire e prevedere il percorso delle palline attraverso diverse modalità di gioco, differenziate per target d’età (vedi sotto). Ad esempio, è possibile spostare gli scambi (le leve), indovinando in che zona arriverà la pallina, spostare una pallina per zona, partendo da sinistra e andando verso destra o indovinare la combinazione di scambi per arrivare a una particolare zona.
All’interno della scatola, è presente anche una guida al gioco suddivisa per età, che introduce al sistema binario. Eccola in dettaglio.
Quante matite hai nel tuo astuccio? Una volta contate, scopriamo essere 12. Possiamo rispondere “sono dodici”, ma come si può scrivere. Noi siamo abituati a scriverlo così: 12 (si dice che usiamo il codice decimale perché per scrivere tutti i numeri che vogliamo abbiamo bisogno di dieci cifre: 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9). I computer invece possono scrivere tutti i numeri che vogliono usando solo due cifre: 0, 1 (sistema binario). Nel linguaggio dei computer il 12 diventa “1100”. Come si fa a passare dal sistema decimale al sistema binario? Semplice; prendi un numero in base decimale, 13 ad esempio e poi dividilo per due sino ai minimi termini ovvero così:
All’interno della guida al gioco troverete anche la spiegazione dal sistema binario a quello decimale!