Il prossimo 12 novembre a Milano si terrà un hackathon che unirà mondo dei videogame e ricerca per trovare nuovi strumenti di diagnosi per la dislessia, in maniera più veloce e meno invasiva
Questa è una storia che parla di nuove tecnologie e di Ricerca, di come anche i videogame possono aiutare la scienza medica. Stiamo parlando del prossimo hackathon internazionale, che punterà a ideare nuovi strumenti per diagnosticare nei bambini la dislessia più velocemente e in maniera meno invasiva.
Il prossimo 12 novembre esperti di tecnologia informatica da tutta Europa si riuniranno a Milano in occasione di #Playseriously, un hackathon che coinvolge oltre al SAE Institute di Milano – centro specializzato nella formazione nel campo dei media creativi – altre cinque istituzioni formative in altrettanti Paesi del Sud Est Europa.
In occasione di quella giornata, studenti, Alumni e professionisti junior del mondo dei videogiochi e di altre discipline umanistiche si sfideranno per realizzare un cosiddetto applied game, un gioco con finalità educative, che dovrà diventare uno strumento non invasivo e soprattutto inclusivo per lo screening della dislessia nella fase prescolare (5-7 anni).
Negli ultimi anni le conoscenze generali relative alla dislessia hanno fatto grandi passi avanti, e sempre più spesso difficoltà nella vita quotidiana che in passato erano spesso attribuite alla pigrizia dei bambini sono correttamente identificate come possibili sintomi di questo disturbo. Secondo SAE Institute, una diagnosi precoce di questo disturbo, senza far vivere inutili stress ai bambini può arrivare da un videogame.
“Avevamo iniziato a sviluppare internamente un progetto che ci consentisse di trovare una modalità efficace per ridurre l’ansia da prestazione nei soggetti dello screening, creando un contesto ludico e protetto per testare alcuni indicatori, ma ci siamo dovuti scontrare con le difficoltà connesse ai finanziamenti e alle tempistiche”, ha spiega Alessandra Micalizzi, docente e ricercatrice del SAE Institute Milano dalle pagine di Game to Human, sezione dell’associazione di categoria IIDEA. “Grazie alla possibilità di accedere al bando CEI (Central European Initiative), siamo potuti tornare a riflettere sull’idea iniziale e aprire nuove strade coinvolgendo partner internazionali nella realizzazione di un progetto in cui sviluppatrici e sviluppatori, game designer, game artist e psicologhe e psicologi potranno costruire le proprie squadre e partecipare a una sfida creativa con una finalità preziosissima”.
Oltre al SAE Institute Milano sono stati coinvolti SAE Institute Belgrade (Serbia), Babes-Bolyai University (Romania), University of Banjia Luka (Bosnia and Herzegovina), University of Crne Gore (Montenegro) e University of Szeged (Ungheria). A queste realtà, si sono poi affiancati Play-Ability, associazione italiana che si occupa di fare ricerca e progetti di sviluppo in ambito psico-sociale attraverso il videogame e il gioco più in generale; e Hogrefe, casa editrice italiana e internazionale che pubblica test dedicati proprio allo screening e alla diagnosi in ambito Dsa. Anche Airipa, l’associazione italiana di rappresentanza degli psicologi che si occupano di dislessia, è stata coinvolta con il patrocinio dell’evento, parte del calendario della Milano Digital Week. Le iscrizioni chiuderanno il 31 ottobre, per maggiori informazioni sull’iniziativa, visita sae.edu/ita/hackathon-play-seriously/